Non c’è nome peggiore di questo, varia, per una categoria. Il nome dovrebbe specificare la categoria, indirizzare il lettore (e lo scrivente) verso ciò che leggerà (o dovrà scrivere). Eppure, varia allude a niente, se non al caos: può indicare tutto, e il suo contrario.
Però non c’è altro nome più adatto di questo: varia. Perché questa categoria fluida ospita ciò che scrivo, per un motivo preciso (e raramente per noia) ma senza uno schema fisso, se non qualche tema ricorrente. E ciò che scrivo è vario per natura perché non c’è intenzione di creare mondi chiusi, sistemi perfetti.
Varia, quindi, è il nome giusto per una categoria che accoglie ciò che non rientra nelle altre, e che soprattutto nasce da me solo. Per qualcuno è la meno interessante, probabilmente. Per me, è la più importante, e la meno definita.
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