Cosimo Angelini nasce nel 1995, troppo tardi per essere il primogenito e troppo presto per essere l’ultimo dei tanti, troppi figli. Frequenta scuole cattoliche mentre cresce tra genitori atei e nonni blasfemi. Quindi cresce così, un po’ maledetto toscano e un po’ peggio.
Dedica metà della sua vita allo sport, finché non si accorge di star sprecando il suo tempo. Allora mette da parte pattini, scarpe da rugby e racchetta da tennis, e si butta sui libri. Letteralmente. Inizia a comprarne in quantità solo per il gusto di tuffarcisi dentro. Qualcuno lo legge anche, è vero, ma per lo più ci nuota. Per questo le cuffie da piscina le ha tenute, quelle sì, sulla scrivania.
Il profumo della carta, però, gli stimola quei desideri che hanno tutti, lettori e non: scrivere un libro, diventare famoso e vivere di rendita. Ma la realtà, poi se n’è accorto, è un po’ diversa.
Tutti vogliono scrivere. In pochi sanno scrivere. Si pubblicano troppi libri. Si pubblicano troppi libri brutti. Chi è Cosimo Angelini? Chi sono io?
A quel punto, solo dopo aver compreso, ho posato la penna.
Chi sono? Domanda difficile quanto la domanda “come stai?”. Sono un bambino, un ragazzo, un uomo, un vecchio. Sono una persona che scrive per passione, per gusto, per divertimento, per sfogo. E forse, un giorno, chissà, per lavoro.
Di cosa scrivo? Leggete.
Perché scrivo? Perché è l’unica ancora di salvezza che mi è rimasta.
C.B.A.